BRESCIA: L’ACCOGLIENZA CHE NON TI ASPETTI
Una visita che è anche una preziosa lezione: mai evitare una città a prescindere, basandosi magari sul ‘sentito dire’. Ecco come Brescia mi ha svelato i suoi insospettabili talenti, nascosti dietro una facciata ben poco allettante.
LE ‘GRANDI MOSTRE’ DI GOLDIN
Parliamoci sinceramente: a quanti sarebbe venuto in mente di spendere uno dei propri preziosissimi week-end in quel di Brescia, prima che il signor Marco Goldin si mettesse al lavoro? Già, perché parlare di Brescia, da qualche anno a questa parte, implica la necessità di dedicare due parole al suddetto signore, e soprattutto al suo mirabolante progetto (o, per esser precisi, suo e della società che dirige, la Linea d’Ombra): “Lo splendore dell’arte“. Un programma quadriennale che dall’autunno 2004 regala a Brescia l’occasione di ospitare delle mostre d’arte da far impallidire ogni altra (anche a livello europeo) per quantità e qualità delle opere esposte, costringendo il cosiddetto ‘turismo culturale’ a dirigersi, neanche troppo convinto, laddove mai avrebbe pensato di far tappa: a Brescia, appunto.
Fa niente se la ‘squadra Goldin’ si rivolge ai potenziali visitatori come ad un branco di pecore povere di spirito da cui spremere quattrini (personalissima opinione, s’intende): chi lo è davvero non se ne accorgerà, e chi invece se ne sentirà offeso sarà poi ricompensato dall’innegabile ricchezza delle opere esposte. Perchè, polemiche di etica culturale a parte, sono davvero delle belle, bellissime mostre: ma meglio scoprirlo da soli, senza supponenti ‘imbeccate’ esterne, e viverle col giusto spirito. Fino al 25 marzo 2007, all’interno del Museo di Santa Giulia, sono allestite ben due mostre che raccolgono capolavori da ogni parte del mondo: la prima, “Da Turner agli impressionisti. La grande storia del paesaggio moderno in Europa” è una carrellata infinita di tele da lasciare senza fiato anche il più navigato frequentatore di mostre; la seconda è invece dedicata al percorso creativo di un artista più ‘difficile’ come Mondrian, celebre per le sue ‘griglie’ astratte. Per novembre 2007 è invece prevista la mostra “America! Storie di pittura dal Nuovo Mondo“.
L’aggraziata Piazza della Loggia, risalente ad epoca rinascimentale.
LA ‘CATTIVA FAMA’… SMENTITA!
Intendiamoci, i luoghi comuni e gli stereotipi ce l’hanno quasi sempre, un fondo di verità (altrimenti non sarebbero divenuti tali!); e quelli che interessano Brescia non fanno eccezione: città eminentemente industriale e consacrata al lavoro (metallurgia e armi sono i suoi fiori all’occhiello di sempre), geneticamente un po’ rude e poco incline, di conseguenza, a perder tempo – e denaro! – dietro a futili raffinatezze quali arte e cultura; città chiusa in se stessa, conservatrice, burbera, ma anche forte di una caparbietà che gli valse l’appellativo carducciano di Leonessa d’Italia per l’accanita resistenza al ritorno del dominio austriaco portata avanti durante le Dieci Giornate del marzo 1849.
Veduta di Brescia dal Castello, con tanto di torrione e ponte levatoio.
Ma Brescia è una città a cui bisogna dar fiducia, nonostante la reputazione che la precede: la ricompensa, poi, arriva. Ci attendono preziose sorprese che la città dissemina qua e là, quasi come una caccia al tesoro organizzata per far ricredere il presuntuoso e viziato visitatore che arrivi in città aspettandosi poco o niente. La cosa buffa, tra l’altro, è che i bresciani stessi sembrano ignorare del tutto queste doti nascoste della loro città: quando, scambiando due chiacchiere, vengono a sapere che si è lì solo ed esclusivamente per visitare la città, sfoderano uno sguardo attonito condito da un sorrisetto malizioso che fa capire, senz’ombra di dubbio, come ci abbiano già classificato come persone eccentriche e con qualche rotella fuori posto.
Il cuore antico della città – il raccolto centro storico – è composto, intimo e incredibilmente accogliente: una piacevolissima sorpresa! E’ un piacere girarlo a piedi, attraverso le vie acciottolate che in un primo momento mi hanno ricordato la flemma ferrarese; solo che qui, al contrario di quanto accade a Ferrara, c’è una calma più ‘vivace’ e amena, senza dubbio meno opprimente della metafisica sospensione della città emiliana: incredibile, ma vero.
Iniziamo dunque questa ideale passeggiata, che potrà essere anche troppo agevolmente allietata da rustiche pause gastronomiche da consumarsi nei tantissimi ristorantini e locali casalinghi e perlopiù economici che non mancheranno di tentarvi almeno con un piatto di Casoncelli (una pasta ripiena tipica del luogo) o con una sostanziosa porzione di formaggi misti.
PASSEGGIANDO PER IL CENTRO STORICO
La grazia rinascimentale di piazza della Loggia, uno spazio quattrocentesco reso ancor più leggiadro dalla cupola in piombo dal tenue color azzurro (risalente però, quest’ultima, al 1914) o, sulla torre al lato opposto, dal ‘fatato’ orologio astronomico cinquecentesco, dal quadrante dipinto, coronato dai Macc dè lé ure (i ‘matti delle ore’): due automi che, muniti di martelletto, regalano ancor oggi l’incanto semplice e impagabile dello scandire delle ore.
Il Duomo Nuovo, ma, ancor meglio, quello Vecchio: la Rotonda. Entrando in quello che è l’edificio romanico più importante della Lombardia (eretto tra XI e XII secolo) si resta a bocca aperta di fronte all’abbraccio possente e repentino dell’inusuale pianta circolare.
La severità della pietra nuda e disadorna invita al silenzio, incute un rispetto immediato per l’anima antica di questo luogo incredibilmente suggestivo nella sua assoluta semplicità (segnalo la possibilità, per ogni credente, di vivere questo scrigno di spiritualità in maniera ancor più profonda e coerente: ogni domenica mattina, alle 11, la Messa qui è celebrata in latino e accompagnata dal canto gregoriano).
Sullo sfondo, ciò che resta del Capitolium, in piazza del Foro. L’iscrizione sul frontone, chiaramente leggibile (‘Vespasianus Augustus’), ci dice che il tempio fu costruito sotto l’imperatore Vespasiano, intorno al 73 d.C. In primo piano, i delfini attorcigliati che ornano l’esterno della chiesa di San Zeno
Eccoli apparire, i pochi ma coinvolgenti resti dell’antica Brixia (così si chiamava Brescia quando era colonia romana): il frontone superstite e il pronao del Tempio Capitolino ci informano che questa era l’area in cui sorgeva l’antico Foro, centro politico e religioso della città; l’omonima piazzetta antistante è un esempio di quanto quieta, intima e ospitale possa rivelarsi Brescia, in alcuni suoi angoli.
IL COLLE CIDNEO
Affacciandosi ad uno dei bastioni del Castello, arroccato sul colle Cidnèo, lo sguardo si allarga ad abbracciare il resto della città, che da quassù recupera le sue effettive dimensioni di secondo centro della Lombardia.
Il Museo della Città: vi raccomando di non trascurarlo! (tra l’altro, se non è il fine settimana, con ogni probabilità sarete quasi gli unici visitatori – qui come nel resto della città, d’altronde – e ci guadagnerete in atmosfera). Tra i tantissimi reperti esposti – che raccontano la storia di Brescia dall’età preistorica all’Ottocento – ce ne sono alcuni davvero stupefacenti! E ve lo dice una che di solito rimane freddina di fronte a quelli che talvolta chiama, sottovoce, amichevolmente ‘sassi’ (ma che resti tra noi!); ma qui no, qui è tutta un’altra cosa, credetemi: tra avori intarsiati, bassorilievi marmorei, capitelli dalle decorazioni più originali, bronzi e affreschi staccati, è una vera apoteosi di abilità manifatturiera senza pari!
Bisogna salire nella pace ancor più imperturbata del colle Cidnèo per ridimensionare realisticamente le fattezze cittadine.
Vi consiglio di arrivarci imboccando la ripida Contrada Sant’Urbano (dalla piazzetta Tito Speri, che si apre su via dei Musei), fermandovi di tanto in tanto ad ammirare l’affascinante panorama dominato dall’onnipresente cupola del Duomo Nuovo.
Facciata e cupola del Duomo Nuovo, viste da sotto la fontana di piazza Paolo VI
Una volta guadagnata la cima, ecco apparire le fortificazioni medievali del Castello (che, per gli infaticabili, custodisce altri due musei: delle Armi e del Risorgimento): tra scalette, bastioni, passaggi coperti e torrioni, si incastonano giardinetti ottimi per oziare e lasciare che lo sguardo si stenda beato intorno, senza incontrare il benché minimo ostacolo.
Eh sì, perché è proprio affacciandosi da quassù che si scorge finalmente il vero volto di Brescia, città che in Lombardia è seconda solo a Milano: edifici a perdita d’occhio, una distesa di alacrità che ha la foschìa come unico, incostante confine. Ci si rende subito conto di come il tranquillo centro storico percorso fino ad ora sia solo un’oasi, immobile e incantata, all’interno di una città che è andata avanti per conto suo. Ecco dove si nascondono, i bresciani!
Un’ultima, doverosa segnalazione dedicata agli appassionati della Mille Miglia, che ben sapranno come la celebre corsa su macchine d’epoca parta proprio da qui (per questa 80° edizione la partenza è prevista per il 17 maggio): a circa 6 chilometri dal centro, in località Sant’Eufemia (si raggiunge con l’autobus urbano n°3 dalla Stazione, e si torna con l’11), allestito nell’omonimo ex monastero, si trova il Museo Mille Miglia; anche questo mi è sfuggito per un pelo, ma sono certa che sarà un’allettante proposta per molti.
Insomma, a conti fatti sono ripartita senza esser riuscita a dedicarmi a tutto ciò che la città aveva da offrire; le numerose chiese, per esempio: le immagino, anch’esse, degne di una visita. E dire che ero partita con il timore di finire per annoiarmi! Infine, non dimentichiamoci che Brescia è anche un ottimo punto di partenza per prolungare la vacanza in un sacco di direzioni stimolanti e facilmente raggiungibili con gli economici trenini regionali: Milano, per esempio, si raggiunge in 50 minuti di treno; Bergamo anche. Il Lago di Garda è a due passi: la stazione Desenzano Del Garda-Sirmione dista appena 15 minuti!
Direi che ce n’è abbastanza per andare temerariamente contro ogni ‘pregiudizio turistico’, prendere, e partire!
Serena Effe © 01/2007
Riproduzione Riservata
Qualche link utile per programmare una visita:
Portale Brescia Holiday
(ufficiale dell’APT)
Provincia di Brescia
Brescia Musei
(Santa Giulia, Pinacoteca Tosio-Martinengo, Area archeologica e Castello)
Linea d’Ombra
(le “Grandi mostre” allestite a Santa Giulia)
Museo Mille Miglia