LIBRI: LE FORME INCERTE. LA NATURA VISTA DA VITANTONIO DELL’ORTO

Un modo nuovo di accostarsi alla Natura, ma con le indispensabili curiosità, sensibilità ed umiltà.

Conosco ed ammiro da anni le ottime fotografie naturalistiche di Vito, sempre ineccepibili ed affascinanti (motivo per il quale hanno ricevuto numerosi riconoscimenti e sono state pubblicate sulle migliori riviste del settore), ma non avevo mai visto questa serie un po’ meno legata alla caccia fotografica. Sembra nata quasi per gioco o da una riflessione interiore, magari maturata durante i tanti viaggi o le lunghe ore di attesa in un capanno: mentre l’occhio vigila, la mente si sofferma sulle forme del paesaggio, sulle simmetrie e le asimmetrie che la Natura elabora in maniera spontanea, sugli accostamenti dei colori, sulla semplice armonia priva di qualsiasi artificio.

Le forme in cui si manifesta la discontinuità, tutto quello che è transitorio e mutevole, sono quelle che Vito ha definito le “forme incerte”, proprio per il loro carattere di precarietà, nello spazio o nel tempo. Ed è così semplice e a portata di mano questo tipo di esperienza, il contatto con l’ambiente naturale e con la molteplicità di entità, di forme, colori e sensazioni che basta uscire e passeggiare lungo un fiume o un torrente per trovare infinite splendide occasioni fotografiche. Non c’è bisogno di arrivare in Norvegia per trovarle: basta saper approfittare anche della gita domenicale, ma guardando le cose con occhi attenti e curiosi. Quando ci si riesce a fermare davvero, e non solo fisicamente, è possibile finalmente “vedere” le cose nel loro animarsi: lo scorrere dell’acqua, il passaggio delle nuvole, il passo lesto di un insetto… La mente può vagare e rincorrere quelle costruzioni ideali, da cui scaturiscono le riflessioni che vengono dall’osservazione delle forme naturali e la parola “contemplazione” trova finalmente una dimensione reale. Sono i momenti in cui Vito sente di essere un privilegiato, non tanto perché ha il tempo e la possibilità di sperimentare queste sensazioni, quanto per avere avuto in dono dalla sorte la sensibilità per farlo.

Nelle foto di Vito forme doppiamente precarie si palesano sotto i nostri occhi, come il colore delle foglie autunnali, simbolo supremo di caducità, che si specchia nel movimento della corrente, figura solida e definita in sé ma incerta nel tempo, in continuo viaggio.

“E’ intrigante cercare di coglierne l’essenza, sotto la spinta di un’emozione e di una magia da rappresentare, attraverso una sfumatura, un colpo di luce: acqua e luce, quanto più di mutevole e apparentemente immateriale e sfuggente possa esistere in Natura.” 

Ma quando il moto si placa, quando il corso d’acqua si allarga in uno stagno o un lago, allora il flusso rallenta, le increspature pian piano si acquietano e la superficie dell’acqua assume l’aspetto di uno specchio: un’altra bellissima serie di foto che ha ancora come soggetto l’acqua, ma questa volta come superficie riflettente. E poi, ancora, l’acqua diventa ghiaccio ed ogni movimento resta bloccato dal freddo: è una forma certa e tangibile solo in apparenza, avendo nel suo corredo genetico un destino da corrente, da zampillo, da onda.

“Il divenire in questo caso si manifesta in un arco di tempo che è al di fuori della nostra capacità di visione. Questo mi porta ad osservare il ghiaccio, là dove l’acqua scorre sussurrando sotto una spessa crosta gelata e occhieggia da brevi squarci, e lascia intravedere la stessa materia nei suoi due stati: quello fluido del movimento e quello statico del congelamento. Oppure sbirciare le forme regolari delle foglie ghiacciate o il pulviscolo minuto sospeso nell’aria, o ancora la brina che si ramifica su un rametto secco, quasi ad anticipare un germoglio di là da venire. E nel gioco concentrico di forme che si rincorrono su piani dimensionali diversi, i corrugamenti del ghiacciaio sul quale scarponi chiodati lasceranno un segno destinato a sparire anch’esso.”

E le forme incerte? Impresse nell’animo con le sembianze delle emozioni e delle suggestioni che hanno sollecitato, sono ormai parte di Vito, stavolta in modo indelebile e duraturo, ma sono anche parte di noi grazie a questo libro, semplice e stupendo come la Natura che Vito ha saputo ritrarre con la sua consueta bravura e modestia.

Rino Giardiello © 12/2001
Riproduzione Riservata

——“Le forme incerte”
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Testi e foto di Vitantonio Dell’Orto
——Editore: Pubblinova Ed. Negri
——Formato 23x25cm, 80 pagine a colori

——Puoi ordinare questo libro adesso tramite Nadir cliccando qui

 

L’Autore
Vitantonio Dell’Orto, fotografo e scrittore di Natura, è il vincitore del 1° Gran Premio Italiano di Fotografia Naturalistica organizzato dalla rivista “Oasis”; si è aggiudicato la vittoria sia nella sezione “Paesaggi Naturali” che nella sezione “Fiori e Piante”. Ancora piazzamenti di prestigio nella 2a edizione del Concorso, con un terzo posto nella sezione “Fiori e Piante” e un quarto nella sezione “Luce e Natura”.
Ha pubblicato articoli sulle riviste “Oasis”, “Asferico” e “Nadir”. Insieme alla Società Italiana di Caccia Fotografica, di cui è membro, ha pubblicato immagini nei volumi “La Magia della Natura” e “Magie di Natura – Portfolio 2”, entrambi per la Pubblinova Ed. Negri; ha scritto inoltre il testo del libro “Cosa ti svela il Po”, Pubblinova Ed. Negri, con Giancarlo Nazari.
E’ presente sul web da un paio d’anni col suo sito www.exuviaphoto.it dove presenta una galleria delle migliori immagini, articoli e le notizie relative alla sua attività.

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